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Quando il vibratore scompiglia l’ordine patriarcale

Female Digest. Dopo l’Otto Marzo #2

Eccoci arrivati a una nuova newsletter (sì lo so, vi abbiamo fatto attendere). Senza l’ambizione di riassumere tutti i discorsi fatti intorno all’8 marzo – sarebbe impossibile, oltre che ripetitivo – vi proponiamo invece un bel concentrato di pop culture e politica in chiave femminista. In attesa di capire che sarà di noi donne nel 2018.


Ma prima di passare al lato più pop, dedichiamo questo Digest a Marielle Franco, consigliera del Psol di Rio, femminista nera, lesbica e anticapitalista, è stata assassinata brutalmente la notte di mercoledì 14 marzo. Marielle era in prima linea nella difesa dei diritti umani e contro lo sterminio della popolazione nera, denunciava quotidianamente la barbarie instaurata a Rio dai proprietari del potere e per questo è stata uccisa. La salutiamo con le parole delle compagne della #MarchaMundialdasMuheresRio:

“Per lei nessun minuto di silenzio, ma una vita intera di lotta. Niente sarà vano. Per lei trasformeremo il dolore in forza per continuare a lottare per un mondo migliore.”


Si va a cominciare con una storia curiosa, che fa anche parecchio incazzare: i manifesti dei film Hollywoodiani sono pieni di donne senza testa. Scoprite nuovi confini dell’oggettivazione femminile in questo interessante Tumblr.

Altro divertissement, questa volta sui film dedicati agli Oscar: quanti di questi riuscirebbero a passare davvero il Bechdel test?

Sempre a Hollywood, Jennifer Lawrence e l’immagine della Cool Girl: come l’easyness che l’ha resa famosa si sta trasformando in un’arma a doppio taglio, che rischia di imprigionarne la carriera. Su BuzzFeed News:

“Just because you helped build your own prison cell doesn’t mean you can set yourself free on your own”.

Ma non tutto è perduto: ecco la storia di come Sharon Stone, 60 anni, senza neanche troppa fatica si è accaparrata un ruolo scritto per una 25enne (dopo che le era stato offerto il ruolo della madre). “I said, ‘I think it would be more interesting if I play the daughter”.

Sharon Stone as Senna in All I Wish.

Sharon Stone as Senna in All I Wish. Photo of Paladin/Universal Pictures Home Entertainment.

Sempre a proposito di ageing, un momento di pura Bellezza: Christy Turlington, 49 anni, in un servizio fotografico al naturale (o perlomeno, molto più al naturale di quanto abbiamo l’abitudine di vedere sui giornali) su Zeit Magazine.

E Christy è anche una delle modelle che parlano di genere e potere in questo potentissimo video, realizzato per l’8 marzo da I-D magazine. “We thought, let’s shoot these incredible women and give them a platform to speak. Not just shoot them, but make their voices part of the story.”

E che metafora più letterale del potere c’è, se non quella delle armi? In USA hanno un problema e questo è molto noto, ma per una volta sentiamo un parere anglosassone, ma british: Jessica Valenti del Guardian smonta in questo articolo la teoria della portavoce dell’NRA secondo cui bisogna armare le donne per aiutarle a difendersi. “Somehow I don’t have faith that a court system that continually fails and blames rape victims would be very kind to women who kill their attackers”. MA TU GUARDA, NEANCHE NOI.


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Parliamo, invece, dei vostri figli. Nella settimana dell’8 marzo, The Cut ha creato una serie di articoli chiamata “How to raise a boy/Come crescere un maschio” che per una settimana ci aiutano a capire come educare un bambino e un ragazzino a essere un uomo migliore. Qui, un dialogo tra padre e figlio 18enne sugli argomenti spinosi del sesso e del consenso.

The Cut – Photo: Nicole Rosenthal

 

Perché le nuove generazioni sono la nostra vera speranza: lo spiega anche Kiara Mijares, millennial, in questo pezzo in cui si confronta con il concetto di femminile del passato e immagina come questa generazione di giovani donne potrà cercare di cambiarla, ovvero DISIMPARANDO ciò che è stato loro insegnato. “It’s time to un-learn how to be a women we grew up knowing. No matter how wonderful they are.”


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A proposito di femminismo e scontro generazionale, un bellissimo pezzo del NY Times sul second wave feminism e sul suo rapporto con il porno e la libertà sessuale, scritto da Nona Willis-Aronowitz. Scrittrice millennial e figlia di una femminista second waver di alto profilo come Ellen Willis (scomparsa nel 2009), in questo saggio Nona intreccia le generazioni, le visioni, i suoi ricordi di figlia e l’attivismo per comporre un quadro tutt’altro che banale sulla visione del sesso e del femminismo da parte di due generazioni così diverse e apparentemente divise sulla questione del #MeToo.

E per continuare con il salto nel passato, un bellissimo pezzo (su Lenny) sulle suffraggette, e sul potere indiscusso degli abiti: come la sartorialità divenne parte importante della strategia delle donne per conquistare il voto, perché

“perceptions hold power, and if women were going to be judged by their appearance — which they were then, just as they are now — then the “Suffs” wanted to shape their own image”.

Per concludere, un pezzo fondamentale (e super polemico) di Jia Tolentino.

“It’s the same with feminism as it is with women in general: there are always, seemingly, infinite ways to fail”.

Cover Photo By: Juno Calypso

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