Betty&Books

Quando il vibratore scompiglia l’ordine patriarcale

Elastico is back

Elastico – associazione culturale – riapre, ma in una nuova veste, ampliandosi sia nel volume che nella partecipazione: a Sonia Piedad Marinangeli e Elisa Placucci (duo artistico TO/LET) si aggiungono Marzia Stano e Ilaria Mancosu.

Anche il nome cambia e diventa Elastico FaArtfedele all’ironia e al gioco di parole che ha dato vita a TO/LET, aggiunge al concetto di elastico quello della scoreggia/fart  per la necessità dell’arte di essere emissione ironica, irriverente e rumorosa. (Poi un giorno ci diranno del loro feticismo legato alla toilet).

Lo spirito che ha reso Elastico “altro” da una semplice “sede” non ha perso tono, anzi, e la mission rispetto a tre anni fa è invariata: lasciarsi attraversare e contaminare da segni – e anche suoni – provenienti dal tessuto culturale della città e dalla comunità queer (!!) ci tengo a sottolinearlo, perché è in questa intersezione che Betty&Books ed Elastico si sono incrociate, avvistate, conosciute e così è stato anche per l’incontro con Ilaria che ha sempre sostenuto Betty&Books e con Marzia Stano voce di UNA.

Ricordo la prima volta che ho conosciuto Sonia e Elisa di To/Let il secondo anno di apertura di Betty&Books, quando si sono proposte per lasciarci in conto vendita le loro magliette (io ho ancora una delle pins con grafica bianca su fondo nero). Poi le ho nuovamente incrociate durante un’azione di poster-art/gender attack in difesa dei consultori assieme a Mp5 e le compagne di sexyshock e comunicattive, correva l’anno 2008.

 

Azione adotta un consultorio. Bologna 2008.

Azione adotta un consultorio. Bologna 2008.

Elastico, per chi se lo fosse perso negli anni in cui aveva sede in Vicolo de Facchini, provate a immaginarvelo come un punto di incontro, una pausa di bellezza nel mezzo della zona universitaria, un comodo divano e due piccole vetrine a incorniciare e valorizzare il lavoro di ricerca della programmazione e il catalogo delle autoproduzioni, perchè ricordiamocelo, o se siete sbarbe ve lo ricordo io, prima che il mondo handmade finisse nel turbinio dei negozi virtuali e dei mercatini, qui a Bologna gli spazi disposti a promuovere e valorizzare creazioni ed editoria di nicchia erano una manciata (e per fortuna c’erano Betty&Books e Elastico/prima ancora Fragile Continuo). Di comune abbiamo anche che ambedue le vecchie sedi ora sono pub/bar della Bologna city of food. alla salute cin cin.

Oggi Elastico cambia completamente forma, non più una vetrina, ma una “casa” di circa 200 mq circondata da un’area verde, uno spazio distribuito su due piani:
al primo i laboratori/atelier residenti; al piano terra una sala grande per esposizioni, showcase, laboratori e corsi, una sala relax e il laboratorio del duo artistico TO/LET.

 

Elastico al lavoro (non sappiamo di chi sia la foto, sorry)

Elastico al lavoro (non sappiamo di chi sia la foto, sorry)

 

Le mura non sono confini, ma tessuti su cui rimbalzare e lanciarsi dentro e fuori, forse anche per questo la scelta di spostarsi dal centro storico non è casuale.

Elastico FaArt si trova in Bolognina, prima periferia di Bologna, un “distretto” popolare riferimento della comunità cinese, che negli ultimi anni si è notevolmente vivacizzato anche grazie alla presenza di realtà, per citarne alcune, come Xm24spazio pubblico autogestito,  Corte Tre – sede di On The MoveBolognina Basement –  e il via vai serale dato da locali che propongono concerti di qualità. Una zona di Bologna che si trova un po’ al bivio nell’ambiguità della “riqualificazione”, degli immobili a basso costo che hanno catalizzato nuovi acquirenti (italiani) portando difatti alcuni bar a proporre prezzi  in linea con enoteche del centro storico.

Elastico ha puntato su questa zona di Bologna e a me non resta che invitarvi a tenere d’occhio il programma di Elastico FaArt.

 

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