Betty&Books

Quando il vibratore scompiglia l’ordine patriarcale

XYZ. Training course a Rennes

Ogni tanto Betty&Books viaggia, si scompone e ricompone in una economia rizomatica. Questa volta siamo andate in Francia. Resoconto del TC (training course) XYZ svoltosi a Rennes dal 24 al 30 ottobre 2016  a cura di Francesca (in arte Topa). 

Il training aveva come tema principale il sessismo e le discriminazioni di genere e ha coinvolto 6 nazioni (però senza palla ovale): Francia, Croazia, Turchia, Bulgaria, Spagna e Italia. Dovevano essere presenti anche Malta e Polonia, ma all’ultimo ci hanno bidonato.

L’associazione francese organizzatrice del training si chiama Aroeven ed è promotrice di svariate attività per i ggiovani. E un po’ più ggiovani (anche se noi siam sempre pischelle) ha fatto tornare anche noi, visto che ci ha ospitato in una scuola dotata di mensa e dormitorio.

Ho scoperto che l’anno scolastico francese differisce da quello italiano, in quanto inizia prima e ha una lunga pausa prima di Ognissanti. Pertanto gli studenti della scuola erano in ferie e questo ci ha permesso di dormire nei loro lettini e di nutrirci nella loro mensa che si rivelata essere anche molto buona (anche se anni luce rispetto alla sensibilità veg).  

Un buon enviroment ha permesso ai vari gruppi nazionali di fare conoscenza ed integrarsi agevolmente, pur provenendo da background muy differenti. Il gruppo turco ad esempio era formato da  insegnanti e personale scolastico di un istituto superiore di Istanbul (quindi non proprio pischelli), mentre il gruppo bulgaro era composto da tre paciosi e giovanissimi studenti universitari.

Sono stata molto felice che alcune mie preoccupazioni non si siano avverate, come quella che si formassero gruppetti con soggetti esclusi o momenti di scontro culturale (che può anche essere positivo, ma io intendo quello brutto). Invece nulla di tutto ciò è accaduto, complici una generalizzata empatia e apertura verso l’altro, c’era voglia di  conoscenza reciproca.  A favorire il tutto, sono state le modalità laboratoriali e non formali, che tanto piacciono  all’UE, la quale si è accorta che proprio attraverso l’informalità  si  favorisce l’apprendimento e l’aggregazione, nonchè l’abbassamento delle barriere, della tensione e della competizione individuale e si dà a tutti la possibilità di esprimersi e sentirsi coinvolti in maniera non-accademica.

 

ren

 

Così, attraverso attività ludico-laboratoriali, siamo riuscite a riuscite ad affrontare temi seri ed anche legati al nostro vissuto personale in modo coinvolgente ed interattivo. Con gli icebreakers a favorire la socializzazione, passando per gli energizers per superare l’abbiocco postpranzo e i cali di attenzione, siamo arrivate a fare attività che hanno facilitato il prendere coscienza dei proprie privilegi a partire da diversi posizionamenti (religioso, di genere, di classe, di cittadinanza).

È stato molto divertente anche lavorare su immaginari e linguaggio, riscrivendo e mettendo in scena le classiche vecchie fiabe sessiste, immaginando gli sviluppi alternativi di Cappuccetto Rosso, Biancaneve e i sette nani e La Bella Addormentata nel Bosco. Poi c’è stato un interessante scambio di idee sull’origine della violenza di genere, in primis su quella domestica e contro le donne e un confronto, attraverso l’analisi di un gioco da tavolo proposto da un’associazione amica di Aroeven, sulla comunicazione con bambini e teenager sulle questioni di genere.

Un’altra cosa da noi molto apprezzata è stato il fatto che, nonostante ci fosse un’organizzazione ospitante e diversi trainer a dirigere, le modalità di gestione dei gruppi e delle attività volevano essere orizzontali e continuamente aperte a nuove proposte e a feedback per l’automiglioramento.

Così anche noi italo-favolose abbiamo potuto organizzare un’attività, un workshop sul trashwatching, che ci ha dato l’opportunità di confrontarci sulla comunicazione istituzionale e non, in tema di riproduzione e famiglia (con notevole successo, by the way).

Già già, l’ho detta un sacco di volte perchè la parola chiave di questo training è stata: CONFRONTO;  quello costante sulle questioni di genere in differenti paesi, sia attraverso l’approccio e la narrazione istituzionale che nelle pratiche e abitudini della gente (rivelando un forte gap tra il dire e il fare), ma anche un confronto sulla questione identitaria, dove il nostro posizionamento queer è stato forse un po’ destabilizzante e se non altro nuovo. L’emergere della questione queer non si è tuttavia rivelata problematica, in quanto anche se con livelli differenti di preparazione sull’argomento e diversa esperienza nel trattarlo, c’era anche una notevole apertura e desiderio di acquisire conoscenza in materia.

Nonostante abbiamo passato buona parte del tempo indoor all’interno della scuola, abbiamo anche avuto dei momenti per l’esplorazione della città, con una passeggiata attraverso i luoghi significativi per la storia del femminismo a Rennes e alcune uscite serali per apprezzare le saporite quanto grasse specialità regionali, il calvados, la street art e i localetti fichi.    

La settimana è così piacevolmente trascorsa tra risate, giochi, laboratori, empatia e ciabatte pelose.

Ci siamo lasciati con la promessa di fare rete, già mantenuta grazie al gruppo facebook XYZ training’s group, da utilizzare come piattaforma per lo scambio di info, eventi e accadimenti dai reciproci paesi di provenienza, in modo da restare sempre sul pezzo e in contatto  per progetti futuri. I fondi ci sono, le idee anche, dobbiamo solo concretizzarle e siam già pronte per partire di nuovo, pronte a queerizzare l’Europa e l’universo mondo.  

Con fermento e amore, le calde inviate Betty&Books

Bartok, Rita e Topa

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